Era giorno, ma il cielo era buio, un buio innaturale, il sole non sembrava nascosto dalle nuvole, ma piuttosto cancellato, strappato dal suo letto e gettato via, era come se il tempo non esistesse. Ripensandoci ora, mi appare chiaro che quel giorno, in realtà, non esisteva, non lo stavo vivendo, in realtà, io non ero lì. Ma i miei occhi ne portano ancora il ricordo annebbiato. Lì in quel non giorno, in un posto che non posso ricordare, le vidi. Erano ombre, erano due, umane o forse non umane, ma nemmeno altro, e le vidi avvicinarsi in quel giorno senza sole, le vidi muoversi in quell'istante che non esisteva. Il cuore mi saltò subito in gola, c'era qualcosa di magico in quei movimenti, perché non esisteva attorno a me alcuna luce in grado di dare loro vita, ma loro non prendevano vita da nulla se non da loro stesse, ombre generate dal loro stesso desiderio di esistere. Venivano verso di me, ma non sembravano "vedermi", non sembravano in effetti "sentire" nulla di quello che stava intorno, il loro unico desiderio sembrava essere l'esistere, e il restare abbracciate..perché questo facevano, avanzavano abbracciate, in realtà ripensandoci ora, non sono nemmeno più sicuro che fossero due, forse..sì, forse era un'unica ombra.
E così mi sono avvicinato.
Facevo passi lenti, cercavo di controllare il mio corpo, respiravo piano, ritmicamente, parlando al mio cuore per calmarlo, ma ad ogni passo sussultava, non riuscivo a cacciare un profondo senso di inquietudine che cresceva. Ora le avevo davanti a me, a non più di 5 passi, le osservavo come ribollire, non sapevo dire allora se fossero tristi, sembrava come che i sentimenti umani non contassero nulla, sembravano come avvolte da un alone di un sentimento superiore..in quel momento non potevo ancora saperlo. Una cosa però era certa, c'era un leggero lamento di fondo, una specie di richiamo, erano ipnotiche, non potevi non guardarle, non potevi non avvicinarti, sembravano lì per me. Sentivo il sapore della bile, la calma che prima ricercavo era ora solo un sogno vacuo, non potevo tranquillizzarmi, ma non potevo nemmeno evitare di camminare, un passo dopo l'altro, fino a trovarmi esattamente sopra le ombre. Ed è stato lì che ho capito. Quello che segue è il resoconto esatto di ciò che la mia debole e umana mente può ricordare, ma perfino ora che sono qui a scriverlo sento correre un brivido lungo la mia schiena, e non riesco a comprendere se ne sono stato realmente spettatore o meno.
Durò meno di un battito d'ali, eppure sembrò passare una vita. Le ombre si fermarono, immobili, come distratte dalla mia presenza, poi mi fissarono, non saprei in quale altro modo definirlo, non avevano occhi credevo, eppure era chiaro che mi stavano osservando cercai di distogliere lo sguardo ma i muscoli del mio corpo non mi rispondevano, non erano più "miei". Poi d'un tratto tutto fu buio, un buio appiccicoso, lo sentivo pesare sulla mia testa, lo sentivo pulsare fino a che venne la luce e le vidi di nuovo, le ombre. Ma non erano più ombre, erano una coppia di innamorati, mi trovavo come sospeso nel cielo indaco ad osservarli, erano felici, danzavano in un prato verde, correvano a perdifiato per poi tuffarsi nell'erba abbracciati, dove si scambiavano un lungo bacio, dolce. Poi lentamente l'erba iniziò a scolorire, i prati divennero del colore del cemento e gli alberi si trasformarono in grigi palazzi, persino il cielo in cui "nuotavo" divenne scuro, il solo osservare mi faceva male, sentivo come aghi negli occhi, ed era difficile, perché tutto il mio corpo era avvolto da una patina sottile, come di cellofan, ma qualcosa vidi. Vidi una panchina, vidi la coppia sedersi, poi guardarsi negli occhi, poi stringersi non so dirvi per quanto si strinsero, fu un'eternità, quell'abbraccio era tutto ciò che restava loro, glielo leggevo negli occhi. Fu il vento a distrarmi, un vento prima leggero, poi impetuoso, soffiò su di loro proprio mentre si scambiavano quel primo e ultimo bacio, poi come sabbia scivolarono lentamente via, nel vento. Non so spiegare nemmeno ora cosa provai esattamente quando quel vento mi travolse, non sentii nulla sul corpo, perché quel vento non era fatto d'aria, ma mi sentii strappare l'anima, sentii due vite di emozioni taglienti come lame aprire cicatrici sul mio cuore, quel vento era fatto di sentimenti. Fu solo così che arrivai a comprendere la tristezza che aveva graffiato la vita dei due innamorati, fu solo così che arrivai a comprendere il peso dell'ingiustizia che aveva gravato inesorabile sulle loro vite.
I ricordi seguono imprecisi e confusi, so solo che aprii gli occhi e mi sembrò di respirare per la prima volta dopo mesi di apnea, e mentre il mio corpo a fatica si riabituava al vivere, vidi due lacrime solcare i "volti" di quelle ombre ancora innanzi a me, e poi si dissolsero, mentre il cielo iniziò a piangere anch'esso e fu solo allora che mi accorsi di essere seduto sulla stessa panchina che aveva cullato i dolori di quelle anime dannate.
Della pioggia che durò giorni e notti ne portano memoria anche i libri, ma solo io posso dire di sapere "perché" il cielo pianse tanto, e ancora oggi ogni volta che sento le gocce battere leggere sul tetto della mia casa ripenso a questa storia, a quelle vite così fragili ma al tempo stesso splendide, e mi sembra quasi di poterli vedere ancora lì, seduti su quella panchina, a scambiarsi quell'ultimo bacio che il vento si è portato ormai via. Invano ho cercato di trovare qualcosa di più sulla loro storia, sui loro nomi e sul perché la loro vita sia stata così triste e a lungo ho cercato quella panchina in cui li ho visti la prima volta, ma nulla. Forse è stata una magia, perché nemmeno io che sono stato lì e ho visto con questi stessi occhi riesco a crederci, forse è accaduto secoli fa, forse non è accaduto mai, eppure in qualche modo è come se stesse succedendo anche ora, lo sento succedere in questo istante mentre leggete queste righe, mentre guardo un'altra goccia solcare il vetro che mi separa dal nulla...chiudo gli occhi e ancora una volta prego perché il finale sia diverso, quel vento non soffi, e quel bacio possa durare una vita...quando verrò esaudito?...quando?
...E così finì la storia di Kooladi The Famous, prima jedi, poi eroe, poi ombra vacua..
..portato via da un soffio di vento e da un dolce bacio...
Addio...?
..portato via da un soffio di vento e da un dolce bacio...
Addio...?
1 commento:
Sono senza parole...
E'... bellissimo, così poetico e straziante. *_*
Ma non riesco a capire cosa volevi esprimere con questa immagine...
Si tratta di un racconto, di qualcosa che hai provato veramente, o di che altro?
Spero che tu non sia davvero triste come quello che hai scritto...
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